Old Testament
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2 Corinzi 3:5 Significato del Versetto della Bibbia
Non già che siam di per noi stessi capaci di pensare alcun che, come venendo da noi;
2 Corinzi 3:5 Riferimenti Incrociati
Questa sezione offre un riferimento incrociato dettagliato progettato per arricchire la tua comprensione delle Scritture. Qui sotto, troverai versetti accuratamente selezionati che risuonano con i temi e gli insegnamenti relativi a questo versetto della Bibbia. Clicca su qualsiasi immagine per esplorare analisi dettagliate di versetti della Bibbia correlati e scoprire approfondimenti teologici più profondi.

2 Corinzi 12:9 (RIV) »
ed egli mi ha detto: La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, onde la potenza di Cristo riposi su me.

1 Corinzi 15:10 (RIV) »
Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono; e la grazia sua verso di me non è stata vana; anzi, ho faticato più di loro tutti; non già io, però, ma la grazia di Dio che è con me.

Giovanni 15:5 (RIV) »
Io son la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla.

Filippesi 2:13 (RIV) »
poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per la sua benevolenza.

Giacomo 1:17 (RIV) »
ogni donazione buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto, discendendo dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra prodotta da rivolgimento.

Matteo 10:19 (RIV) »
Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non siate in ansietà del come parlerete o di quel che avrete a dire; perché in quell’ora stessa vi sarà dato ciò che avrete a dire.

Luca 21:15 (RIV) »
perché io vi darò una parola e una sapienza alle quali tutti i vostri avversari non potranno contrastare né contraddire.

Geremia 1:6 (RIV) »
E io risposi: “Ahimè, Signore, Eterno, io non so parlare, poiché non sono che un fanciullo”.

2 Corinzi 4:7 (RIV) »
Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi.

Esodo 4:10 (RIV) »
E Mosè disse all’Eterno: “Ahimè, Signore, io non sono un parlatore; non lo ero in passato, e non lo sono da quando tu hai parlato al tuo servo; giacché io sono tardo di parola e di lingua”.

1 Corinzi 3:10 (RIV) »
Io, secondo la grazia di Dio che m’è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento; altri vi edifica sopra. Ma badi ciascuno com’egli vi edifica sopra;

2 Corinzi 2:16 (RIV) »
a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita. E chi è sufficiente a queste cose?

Luca 24:49 (RIV) »
Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza.
2 Corinzi 3:5 Commento del Versetto della Bibbia
Significato di 2 Corinzi 3:5
La seconda lettera ai Corinzi, in particolare il versetto 3:5, offre una profonda riflessione sul ruolo e la capacità dell'apostolo Paolo, e più in generale, sulla natura del servizio cristiano. Questo versetto afferma: "Non che siamo sufficienti di per noi stessi, per pensare qualcosa come da noi stessi; ma la nostra sufficienza è da Dio."
Interpretazione di 2 Corinzi 3:5
Questo versetto può essere interpretato in diversi modi, e varie scritture pubbliche offriranno prospettive diverse. Qui di seguito riportiamo un riassunto delle principali interpretazioni dette da Matthew Henry, Albert Barnes, e Adam Clarke.
1. La nostra sufficienza è da Dio
I commentatori concordano nel sottolineare che Paolo non si attribuisce meriti personali; egli riconosce che ogni capacità nella sua vita ministeriale deriva da Dio. Come spiegato da Matthew Henry, questa umiltà è essenziale per il ministero cristiano, che deve sempre riconoscere l'opera divina a monte.
2. La debolezza umana
Albert Barnes evidenzia che la nostra debolezza di natura umana non deve scoraggiarci, perché è proprio in essa che la potenza di Dio si manifesta. Questo punto è fondamentale per la comprensione della grazia e dell'autorità divina che opera attraverso i credenti.
3. La dipendenza dal divino
Secondo Adam Clarke, il riconoscere che "la nostra sufficienza è da Dio" implica una vita di dipendenza e fiducia nel Signore. La sufficienza divina è il motore del nostro operato e delle nostre azioni.
4. Il contesto ministeriale
In questo versetto, Paolo si sta difendendo dalla critica e dunque il suo discorso può essere inteso in raccordo con i versetti precedenti e seguenti, che parlano della lettera di Cristo scritta nei cuori, contrapposta alla lettera scritta su pietra, evidenziando l'importanza della testimonianza e dell’esperienza spirituale.
Riferimenti incrociati a 2 Corinzi 3:5
Considerando il tema della sufficienza divina e la dipendenza che i credenti hanno da Dio, qui ci sono alcuni versetti correlati che offrono un ulteriore approfondimento del pensiero di Paolo:
- Filippesi 4:13 - "Tutto posso in colui che mi fortifica."
- 1 Corinzi 15:10 - "Ma per grazia di Dio sono ciò che sono."
- 2 Corinzi 12:9 - "La mia grazia ti basta; la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza."
- Romani 15:18 - "Non oserei parlare di nulla se non di quello che Cristo ha operato attraverso di me."
- Isaia 41:10 - "Non temere, perché io sono con te; non perdere cuore, perché io sono il tuo Dio."
- Giacomo 1:5 - "Se qualcuno di voi è privo di saggezza, la chieda a Dio."
- Salmo 121:2 - "Il mio soccorso viene dall'Eterno, che ha fatto cielo e terra."
Collegamenti Tematici e Analisi Comparativa
La comprensione di 2 Corinzi 3:5 non è unicamente limitata a Paolo, ma trova eco in altre scritture e nel contesto in cui si colloca. È fondamentale analizzare questi collegamenti tematici e le analisi comparative per ottenere un quadro più ampio della teologia paolina.
- Nuovo Testamento e Antico Testamento: Come Dio ha operato nella storia attraverso i profeti, così opera nel ministero di Paolo, mostrando continuità.
- Dipendenza e Fiducia: Un tema ricorrente nella Bibbia, ad esempio, 1 Pietro 5:7 con "Gettando su di lui ogni vostra inquietudine."
Conclusione
In conclusione, 2 Corinzi 3:5 è un profondo promemoria della sufficienza divina che permea la vita cristiana. Ogni credente è chiamato a riconoscere che le proprie forze e capacità non sono sufficienti, ma che la vera capacità e potenza provengono solo da Dio.
Questo versetto è cruciale per coloro che cercano di comprendere il significato biblico della sufficienza nel ministero, e offre spunti per un’analisi comparativa tra le scritture, rafforzando l'importanza dell'interazione tra le promesse divine e la nostra esperienza quotidiana nella fede.
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