Interpretazione di Matteo 13:55
Matteo 13:55: "Non è costui il figlio del falegname? Non si chiama sua madre Maria, e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?"
Questa scrittura rappresenta un momento di incredulità e di rifiuto nei confronti di Gesù da parte degli abitanti di Nazareth. I commentatori, come Matthew Henry, Albert Barnes e Adam Clarke, offrono una profonda comprensione di questo versetto.
Significato e Interpretazione
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Origine di Gesù: I versetti si concentrano sull'origine terrena di Gesù, il cui padre terreno era un falegname. Questo denota l'umiltà delle sue origini, evidenziando come fosse facilmente riconoscibile dai suoi concittadini.
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Incredulità dell’umanità: La immediatezza della familiarità alla quale si riferiscono gli abitanti di Nazareth, mette in luce la loro incapacità di vedere oltre le apparenze. Era difficile per loro accettare che un uomo conosciuto fosse il Messia.
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Relazione con la famiglia: La menzione dei "fratelli" di Gesù suggerisce che la sua vita familiare fosse ben nota tra le persone. Ciò genera domande sul significato di “fratelli” e sull’identità della sua famiglia.
Commento dei Teologi
Matthew Henry notò che la gente tende a rifiutare chi è vicino a loro e a non riconoscere il potere di Dio che opera attraverso di loro. La familiarità può generare disprezzo e incredulità.
Albert Barnes sottolinea che la mancanza di rispetto e fede in Gesù da parte di chi lo conosceva è un tema ricorrente. Quelli che lo hanno visto crescere non sono riusciti a vedere oltre il suo status di uomo comune.
Adam Clarke evidenzia l'importanza della vera identità di Gesù come il Messia, contrapposta all’immagine che gli abitanti di Nazareth avevano di lui. Il suo approccio è quello di far luce sulla vera natura di Gesù, sottolineando il contrasto tra le attese popolari e la realtà divina.
Collegamenti Tematici e Riferimenti Incrociati
Questo versetto può essere collegato ad altri che trattano le tematiche della fede, della scetticismo e dell'accettazione del Messia. Ecco alcuni riferimenti incrociati:
- Luca 4:22: "E tutti gli davano testimonianza e meravigliavano delle parole di grazia ch’uscivano dalla sua bocca; e dicevano: Non è costui il figlio di Giuseppe?"
- Giovanni 7:5: "Perché neppure i suoi fratelli credevano in lui."
- Giovanni 1:46: "Nathanaele gli disse: Può forse venire da Nazaret qualche cosa di buono?"
- Matteo 12:46-50: "Mentre egli ancora parlava alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori cercando di parlargli."
- Marco 3:21: "E quando i suoi uditori lo sentirono, vennero per prenderlo; perché dicevano: È fuori di sé."
- Matteo 13:57: "E si scandalizzarono di lui. Ma Gesù disse loro: Non c’è profeta senza onore se non nella sua patria e in casa sua."
- Giovanni 7:12: "E tra la folla c’era chi diceva: È buono; e altri dicevano: No, ma inganna la folla."
Conclusioni
Matteo 13:55 offre una chiara opportunità di esplorare i temi di incredulità e accettazione. Attraverso un’analisi approfondita e i collegamenti tematici e spirituali, questo passaggio ci invita a riflettere sulle nostre proprie pregiudizi e sul modo in cui percepiamo le figure spirituali nelle nostre vite.
La scrittura ci invita a considerare che spesso possiamo rimanere bloccati in ciò che conosciamo, incapaci di riconoscere il divino che è presente, anche nella quotidianità.
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