Significato di Matteo 27:36
Matteo 27:36 è un versetto che descrive una parte cruciale della Passione di Cristo. In questo versetto, si dice:
"E sedendo, lo custodivano là; e sopra la sua testa posero l'accusa contro di lui, scritta: Questi è Gesù, il re dei Giudei."
Interpretazione del Versetto
Secondo i commentari pubblici di Matthew Henry, Albert Barnes e Adam Clarke, il significato di questo versetto va oltre la semplice narrazione. Esso sottolinea il disprezzo e l'ingiustizia che Gesù ha subito. I soldati romani, mentre custodivano Gesù, lo trattavano con derisione e indifferenza.
Oggetto di Scherno
Il fatto che i soldati si sedevano e osservavano è significativo. Indica che consideravano la crocifissione di Gesù come un evento di poco valore, una mera esecuzione di routine. Albert Barnes sottolinea come questo segno sopra la testa di Gesù non solo rivela la loro derisione ma compie anche una profezia riguardante la sua regalità in un modo che nessuno avrebbe potuto immaginare.
La Regalità di Cristo
Il titolo messo sopra la testa di Gesù - "il re dei Giudei" - porta a una profonda riflessione. Il commento di Adam Clarke suggerisce che sebbene fosse ridicolo agli occhi dei presenti, in realtà dichiarava la verità sul suo ruolo messianico. La regalità di Cristo è un tema centrale nell'intera scrittura; infatti, molte profezie dell'Antico Testamento parlano del re che deve venire.
Riferimenti Incrociati
Matteo 27:36 è strettamente connesso ad altri versetti della Scrittura. Ecco alcuni di riferimento:
- Isaia 53:3 - “Disprezzato e rigettato dagli uomini...”
- Luca 23:38 - “E sopra di lui vi era una scritta in caratteri greci, latini e ebraici: Questo è il re dei Giudei.”
- Giovanni 19:19 - “Pilato scrisse anche un titolo e lo mise sopra la croce.”
- Michea 5:2 - “E tu, Betlemme Efrata, sei piccola per essere fra i migliaia di Giuda...”
- Salmo 22:16-18 - “...e legarono le mie mani e i miei piedi.”
- Matteo 26:66 - “Che vi pare? Risposero e dissero: È reo di morte.”
- Salmo 69:21 - “Posarono nel mio cibo fiele, e per la mia sete mi diedero aceto.”
Collegamenti Tematici
La connessione di Matteo 27:36 con altre scritture è un chiaro esempio di come le Scritture si parlino l'una con l'altra. Matthew Henry nota che l'umiliazione di Gesù non è solo uno strumento di salvezza per i credenti, ma serve anche ad illustrare la verità della sua divinità e della sua regalità. I rimandi tra i Vangeli e l'Antico Testamento gli mostrano come gli eventi della vita di Cristo fossero preordinati da Dio.
Strumenti per il Riferimento Biblico
Per chi desidera esplorare queste connessioni, è utile possedere strumenti per il riferimento biblico. Ci sono vari guide di riferimento biblico, concordanze, e sistemi di riferimento incrociato che facilitano l'analisi comparativa e il studio dei temi biblici. Gli studenti della Scrittura possono utilizzare questi strumenti per approfondire la loro comprensione biblica e scoprire come i vari passaggi si connettono tra loro.
Conclusione
In sintesi, Matteo 27:36 non è solo un verso di un racconto di crocifissione, ma una dichiarazione potente della regalità di Cristo e della sua missione divina. Comprendere questo versetto attraverso i commenti di studiosi e le connessioni tematiche può arricchire notevolmente la propria interpretazione biblica e favorire una comprensione superiore delle Scritture. Attraverso un'analisi comparativa, noi apprendiamo non solo chi era Gesù, ma anche il suo significato eterno nei cuori di quanti credono in lui.
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