Interpretazione e Significato di Matteo 26:42
Il versetto Matteo 26:42 riporta le parole di Gesù nel Giardino del Getsemani, dove Egli prega il Padre: “Padre mio, se non può passare da me questo calice, sia fatta la tua volontà”. Questo versetto esprime una profonda lotta interiore e la sottomissione alla volontà divina, due temi che sono centrali nella comprensione del sacrificio di Cristo.
Commento di Matteo Henry
- Conflitto tra volontà umana e divina: Henry sottolinea che Gesù, pur essendo divino, affrontava un vero conflitto umano. Il calice rappresenta la sofferenza e la morte che stava per affrontare.
- Pregando con intensità: La preghiera di Gesù mostra l'importanza della comunicazione con Dio nei momenti di crisi.
- Modello per i credenti: La risposta di Gesù alla propria sofferenza è un esempio di totale sottomissione alla volontà di Dio, un principio fondamentale nella vita cristiana.
Commento di Albert Barnes
- La natura del “calice”: Barnes spiega che il calice simboleggia il giudizio divino, l'ira e il sacrificio che Gesù avrebbe dovuto subire per redimere l'umanità.
- La preghiera di sottomissione: La richiesta di Gesù di non bere il calice, seguita dall'affermazione “sia fatta la tua volontà”, riflette una comprensione profonda della volontà di Dio, mostrando il conflitto tra desiderio umano e obbedienza divina.
Commento di Adam Clarke
- Significato teologico: Clarke discute la necessità del sacrificio e come la volontà di Dio richiedesse la morte di Cristo per la salvezza dell'umanità.
- La forza della preghiera: Sottolinea che è attraverso la preghiera sincera che si raggiunge la pace interiore, anche nei momenti più difficili.
Collegamenti tra i versetti della Bibbia
- Matteo 26:39 - "Non come voglio io, ma come vuoi Tu" - esprime lo stesso tema di sottomissione.
- Luca 22:42 - Un parallelo che mostra la preghiera di Gesù nel Getsemani.
- Ebrei 5:7 - "Con forti grida e lacrime" parla del dolore e della preghiera di Gesù.
- Isaia 53:10 - Profetizza sul sacrificio di Cristo, indicando il "calice" della sofferenza.
- Marco 14:36 - Un'altra ripetizione della preghiera di sottomissione di Gesù.
- Romani 12:2 - Insegna a non conformarsi a questo mondo ma a essere trasformati dalla rinnovazione della mente, in sintonia con la volontà di Dio.
- Filippesi 2:8 - Descrive l'umiltà e l'ubbidienza di Cristo fino alla morte.
- Giovanni 12:27 - Gesù parla della sua angoscia prima della sua crocifissione.
- 1 Pietro 3:18 - Riferisce al sacrificio di Cristo, che rende possibile la salvezza attraverso la sofferenza.
- Matteo 20:22 - "Potete bere il calice che io bevo?" indica la partecipazione dei discepoli nella sofferenza di Cristo.
Conclusione
Il versetto Matteo 26:42 offre una ricca fonte di meditazione su come, in momenti di grande difficoltà, un credente possa cercare la luce e la guida attraverso la preghiera. Attraverso le interpretazioni di Henry, Barnes e Clarke, possiamo apprezzare la profondità della lotta di Gesù e la sua volontà di obbedire al piano divino, anche a costo della sua vita. È un invito a tutti i credenti a riflettere sulla propria risposta alla chiamata di Dio, specialmente nei momenti di prova.
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